L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di breve o media stagionatura, a pasta semidura.
La sua notorietà è data dalle caratteristiche organolettiche e dalle limitate zone di produzione: solo 7 alpeggi. Si fa a latte intero di una sola munta, a pasta cotta e semidura.
Piemonte: provincia di Verbano-Cusio-Ossola, nei comuni di Baceno, Formazza e Premia.
Forma cilindrica a facce piane del diametro di 30-40 cm, con scalzo diritto o leggermente convesso, alto 6-10 cm. Il peso varia da 5 a 8 kg.
Quando i Walser, di origine germanica, si insediarono nelle zone alte delle Alpi, la loro attività primaria era l'allevamento e la trasformazione del latte in formaggio. Il 22 giugno del 999 fu redatto il primo documento che cita questo formaggio, in occasione dell'acquisto di quattro alpeggi. Ha caratteristiche organolettiche molto apprezzate.
Pasta semidura
Il latte crudo di una sola munta viene riscaldato alla temperatura di 30-34° e addizionato con caglio di vitello. La cagliata, presamica, viene rotta alle dimensioni di un chicco di mais o di un ribes. La pasta viene cotta a 44-46°, quindi estratta con teli e avviata alla pressatura. La salatura è a secco o in salamoia.
Deve stagionare 2 mesi.
La crosta è abbastanza elastica, abbastanza sottile, liscia, di colore paglierino tendente al rossiccio. La pasta è morbida, compatta, di colore paglierino, ocra con la stagionatura. L'occhiatura è di dimensione a occhio di pernice, irregolarmente distribuita.
Formaggio grasso, di breve o media stagionatura, a pasta semidura.
Media, medio elevata.
Si consuma in purezza, oppure con polenta o gnocchi. Si abbina a vini rossi locali o piuttosto aromatici.
Viene prodotto esclusivamente in 7 alpeggi, a quote comprese fra 1500 e 2500 metri.