L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di breve stagionatura, a pasta semidura, filata.
Tipico del comune che gli presta il nome, prodotto fin dai tempi del Regno di Sicilia. Fatto con latte vaccino, deve stagionare almeno 15 giorni, dopodiché esprime tutte le sue proprietà organolettiche.
Lazio, provincia di Frosinone, Ciociaria.
Forma ovoidale con testina, l'altezza è di 10 cm, il peso di 400 gr.
Supino è un comune di Frosinone che apparteneva al Regno delle Due Sicilie, luogo storico del Caciocavallo. Il censimento di questo formaggio ebbe inizio nel 1940 per opera del maestro Eugenio Marchioni. Da allora i metodi di lavorazione si sono adeguati ai tempi, senza però mutarne le prerogative.
Pasta filata, Pasta semidura
Il latte crudo viene inoculato con siero innesto e, alla temperatura di 36-38, addizionato con caglio in pasta di vitello. La cagliata, presamica, subisce un taglio alle dimensioni di una nocciola e viene lasciata a maturare sotto siero per 4-10 ore prima della filatura. Che si effettua a mano, così come la formatura caratteristica del Caciocavallo.
Il periodo minimo è di 15 giorni, può protrarsi anche qualche mese. Sempre a cavallo di una pertica.
La crosta è sottile, dura, liscia, di colore paglierino. La pasta è compatta, semidura, di colore paglierino chiaro, con occhiatura di dimensioni medie, rada o assente.
Formaggio grasso, di breve stagionatura, a pasta semidura, filata.
Media.
Nel versante orientale dei Monti Lepini, vi è Supino, che volge il suo sguardo verso la valle del Sacco.