L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, fresco, di breve e media stagionatura, a pasta molle o dura.
La sua storia è annotata negli archivi storici della Centrale del latte di Rieti. La tecnica produttiva è stata però tramandata solo verbalmente. Fatto con latte di vacca. Può essere consumato come “primo sale”, oppure stagionato sei mesi.
Tutta la regione Lazio.
Forma cilindrica a facce piane, con scalzo convesso, alto 6-7 cm. Il peso varia da 1,5 a 4 kg.
Formaggio documentato presso gli archivi della Centrale del Latte di Rieti. E’ ancora oggi uno dei principali prodotti del mercato caseario regionale. Ha origine dal latte raccolto localmente.
Pasta dura, Pasta molle
Il latte viene inoculato con lattoinnesto e addizionato con caglio di vitello alla temperatura di 37°. La cagliata, presamica, subisce una rottura con un apposito frustino di legno. Dopo essere stata raccolta, la pasta trova posto in fascere di legno dette “cascine”. Si conclude con una leggera salatura a secco.
In locali freschi o cantine e su assi di legno. Minimo 20 giorni per la tipologia “primo sale”, 6 mesi per la versione stagionata.
Nel “primo sale” la crosta è morbida, elastica, di colore bianco; la pasta è bianca, umida, di colore bianco. Nella tipologia stagionata la crosta è abbastanza dura, asciutta, di colore paglierino, tendente al marrone; la pasta è piuttosto dura, untuosa, di colore paglierino con occhiatura fine, irregolarmente distribuita.
Formaggio grasso, fresco, di breve e media stagionatura, a pasta molle o dura.
Bassa per il “primo sale”. Media per lo stagionato. Quest’ultimo può assumere piccantezza.
Non esiste un documento che attesti la tecnica produttiva di questo formaggio. Si evince che sia stata tramandata solo verbalmente di generazione in generazione.