L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di lunga stagionatura, a pasta semidura o dura.
Il territorio dove si produce questo formaggio è ricco di pascoli e soprattutto di acqua di sorgente. Le pecore possono alimentarsi allo stato brado e permettere quindi al latte di assumere aromaticità particolari.
Sicilia: province di Agrigento e Palermo, in particolare a Santo Stefano di Quisquina.
Forma cilindrica a facce concave e scalzo diritto, peso di 2 kg.
Nel territorio di produzione, a ridosso dei Monti Sicani, sono presenti pascoli e tanta acqua che permettono da sempre alle greggi di alimentarsi allo stato brado.
Pasta dura, Pasta semidura
Il latte, appena munto, alla temperatura di 32-35°, viene addizionato con caglio di agnello. La cagliata, presamica, subisce una rottura con la “rotula”, attrezzo in legno, alle dimensioni di un chicco di riso. Avviene poi la cottura della pasta, con l'aggiunta di acqua nella caldaia a 75°. Quindi si estrae il il siero, la “lacciata” e, subito dopo, la pasta, che trova posto in contenitori di giunco. Infine, le forme vengono immerse nella scotta, dove rimangono 3-5 ore. La salatura è a secco.
Almeno 6 mesi.
La crosta è dura, segnata dalle rigature dei giunchi, di colore paglierino. La pasta è semidura, di colore bianco o paglierino chiaro.
Formaggio grasso, di lunga stagionatura, a pasta semidura o dura.
Media, medio elevata.
Predilige vini rossi.
Le note aromatiche dipendono dal pascolo in cui le pecore si sono alimentate.