L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di lunga stagionatura, a pasta dura.
Dai pascoli dei Monti Peloritani, dove le pecore si alimentano allo stato brado, il latte viene conferito a piccoli produttori che lo lavorano con le regole dettate dalla tradizione. Formaggio a pasta cotta, dura, dagli aromi intensi, con una piccantezza decisa al massimo della stagionatura.
Sicilia, provincia di Messina, particolarmente nel territorio dei monti Peloritani.
Forma cilindrica a facce piane o leggermente concave del diametro di 35 cm. Lo scalzo è diritto, alto 12 cm. Il peso è di 10-18 kg.
Formaggio storico dei monti Peloritani, dove le pecore pascolano liberamente. La tecnica casearia viene tramandata di generazione in generazione.
Pasta dura
Il latte, ovino o misto, viene scaldato alla temperatura di 39° e addizionato con caglio in pasta di capretto o di agnello. La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di un chicco di riso. La pasta viene cotta a 60° e poi lasciata depositare sul fondo della caldaia a riposare sotto siero per alcuni minuti. Dopo l’estrazione, trova posto nelle fascere, per una pressatura a mano. Infine, le forme vengono forate con il “minaccino”, piccola e sottile asta di ferro, per aumentare lo spurgo del siero. La salatura è a secco.
Almeno 8 mesi. Avviene in ambienti interrati, in pietra, dove la temperatura è costante per tutti i periodi dell'anno. Inoltre, il formaggio viene unto con olio di oliva.
La crosta è dura, liscia, di colore paglierino scuro che tende al marrone con la stagionatura; la pasta è dura, compatta, di colore bianco o paglierino.
Formaggio grasso, di lunga stagionatura, a pasta dura.
Media, medio elevata. Diventa piccante.
Formaggio da tavola, predilige vino rossi di corpo.
Per tutelarne l'unicità è stato istituito un Presidio Slow Food. Il Presidio vuole elevare il suo profilo, convincendo i casari locali a rilanciare la produzione di un formaggio che ha un grande potenziale.