L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, fresco o di breve stagionatura, a pasta semidura.
Si può consumare anche fresco, ma la differenza la fa dopo una breve stagionatura, quando si forma la crosta, da qui il nome Abbucciato. Veniva citato già nel XI secolo dai monaci camaldolesi.
Toscana: province di Firenze e Arezzo, territori di Valdarno, Casentino e Valtoberina.
Forma cilindrica a facce piane del diametro di 10-15 cm, con scalzo leggermente convesso, alto 5-15 cm. Il peso è di 0,8-1,5 kg.
La sua tecnica di produzione si tramanda da varie generazioni e la diffusione del formaggio è locale. Pare che i monaci camaldolesi nel secolo XI ne segnalassero il consumo in alcuni scritti. “Abbucciato” deriva dal fatto che presenta una crosta ben formata già dopo 20 giorni di stagionatura.
Pasta semidura
Il latte crudo viene riscaldato alla temperatura di 32-37° e addizionato con caglio di vitello. La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di un chicco di riso, quindi la pasta viene lasciata depositare sul fondo della caldaia, dove rimane in sosta per alcuni minuti. Una volta estratta, avviene la pressatura, quindi la salatura in salamoia.
Almeno 20 giorni per essere consumato fresco, 60 giorni per la breve stagionatura, cioè appena si forma la crosta.
La crosta è morbida, di colore bianco nel prodotto fresco, mentre nello stagionato, “abbucciato”, assume un colore paglierino. La pasta è morbida, compatta, di colore bianco o paglierino nella tipologia “abbucciato”.
Formaggio grasso, fresco o di breve stagionatura, a pasta semidura.
Media.
Formaggio da tavola.