L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di media o lunga stagionatura, a pasta semidura o dura.
Prodotto nell'intero territorio della provincia di Crotone con latte di pecora. Proposto in tre tipologie: fresco, semiduro e stagionato. Tanto prezioso che è stata richiesta la Denominazione di Origine Protetta.
Calabria. Provincia di Crotone: l’intero territorio dei comuni di Belvedere Spinello, Caccuri, Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Cirò, Cirò Marina, Cotronei, Crotone, Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Melissa, Mesoraca, Pallagorio, Petilia Policastro, Rocca di Neto, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, San Nicola Dell’Alto, Santa Severina, Savelli, Scandale, Strongoli, Umbriatico, Verzino. Provincia di Catanzaro: l’intero territorio dei comuni di Andali, Belcastro, Botricello, Cerva, Cropani, Marcedusa, Petronà, Sellia, Sersale, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Zagarise. Provincia di Cosenza: l’intero territorio dei comuni di Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cropalati, Crosia, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola e San Giovanni in Fiore, Scala Coeli, Terravecchia.
La forma è cilindrica, con facce piane del diametro di 10-20 cm, lo scalzo è diritto o leggermente convesso, alto 6-15 cm. Il peso varia da 0,5 a 5 kg. Può presentare dimensioni più grandi e superare i 5 kg, ma non andare oltre i 10 kg. In questo caso il diametro delle facce varia da 20 a 30 cm e lo scalzo da 15 a 20 cm.
Esistono fonti storiche del 1759 che documentano la preparazione di questo formaggio. I libri contabili di un latifondista dell'800 testimoniano che era un ottimo alimento per i contadini. Nel 1839 ne vennero prodotte oltre 110.000 forme, mentre nel Regno Borbonico la versione fresca cominciò a essere stagionata per raggiungere il mercato di Napoli. La tecnica casearia è rimasta tale da allora.
Pasta dura, Pasta semidura
Il latte, crudo o pastorizzato, eventualmente inoculato con fermenti lattici autoctoni (lattoinnesto), viene addizionato con caglio di capretto in pasta. La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di un chicco di riso utilizzando un attrezzo chiamato “miscu”. Sotto agitazione, la massa viene semicotta a 42-44°. Dopo l’estrazione, la pasta trova posto in canestri per la pressatura manuale Quindi le forme vengono stufate, se da latte pastorizzato, e immerse nel siero a 55-60°. La salatura è a secco o in salamoia.
Per un periodo che va da 60 a 90 giorni.
Viene prodotto in tre tipologie. Il Fresco ha crosta sottile e le rigature tipiche del canestro. La pasta è morbida, compatta, a volte cremosa, di colore bianco o leggermente paglierino. L'occhiatura è rada. Il Semiduro ha la crosta spessa, con le rigature tipiche del canestro, di colore marrone chiaro. La pasta è compatta, semidura, con occhiatura rada. Lo Stagionato ha la crosta spessa, dura, con le rigature tipiche del canestro, di colore marrone chiaro. La pasta è dura, compatta, con rare occhiature.
Formaggio grasso, di media o lunga stagionatura, a pasta semidura o dura.
Media, medio-elevata, piccante.
Ottimo come antipasto, oppure affiancato a prodotti della cucina locale. Lo Stagionato è anche da grattugia. Gradevole l'accostamento con pomodori secchi, peperoncini sott'olio e cipolle di Tropea. Per il vino, predilige rossi corposi.
Si è costituito da poco un consorzio che ha definito un disciplinare di produzione D.O.P.
Dove posso trovarlo a Villapiana lido o Trebisacce?
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