L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di breve, media o lunga stagionatura, a pasta dura.
Questo formaggio, prodotto con latte di pecora nel territorio di Cellere, nel Viterbese, ha una lunga tradizione. Viene trattato con olio di oliva e cenere e può essere rivestito con foglie di noce.
Lazio, provincia di Viterbo.
Forma cilindrica con facce piane e scalzo leggermente convesso. Le dimensioni sono variabili e il peso è di 1,8-4 kg.
Ha origine dalla pastorizia e viene tramandato da molti decenni, in particolare nel territorio di Cellere.
Pasta dura
Il latte, crudo o pastorizzato, viene inoculato con fermenti lattici e, alla temperatura di 35-38°, addizionato con caglio liquido di vitello o in pasta di agnello. La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di un chicco di mais e poi viene cotta a 43-45°. Dopo l’estrazione, la pasta trova posto nelle fuscelle, dove può subire stufatura. La salatura è a secco o in salamoia.
Da 30 giorni a un anno. Può essere posto per 45 giorni nelle grotte di tufo del comune di Montefiascone.
La crosta è dura, untuosa o secca, di colore paglierino. La pasta è dura, compatta, di colore paglierino, con occhiatura rada, di dimensione fine, irregolarmente distribuita.
Formaggio grasso, di breve, media o lunga stagionatura, a pasta dura.
Media, medio elevata e piccante nel più stagionato.
Formaggio da utilizzare in cucina e, se stagionato, da grattugia. Si consuma anche in purezza.
In fase di maturazione può essere trattato nei primi 45 giorni con olio e cenere, oppure avvolto in foglie di noce per 10-30 giorni.