L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, fresco, di breve, media o lunga stagionatura, a pasta dura.
Pare che nel IX secolo a.C. Polifemo lo conservasse e lo mangiasse nella sua grotta. Dalla pasta semicotta pura, oppure miscelata con pepe nero o peperoncino, si presenta con gli aromi tipici dei pascoli siciliani, tanto da essere denominato il “picurinu sicano”, il Pecorino siciliano per eccellenza.
Sicilia.
Forma cilindrica a facce piane o leggermente concave del diametro di 18-35 cm, con scalzo leggermente convesso, alto 10-18 cm. Il peso varia da 4 a 12 kg.
Quando Ulisse entrò nella grotta di Polifemo, vide che la scorta di cibo del gigante comprendeva questo formaggio. Anche Aristotele e Plinio il Vecchio scrissero della produzione del “picurinu” e delle sue qualità.
Pasta dura
Il latte, alla temperatura di 34-35°, viene addizionato con caglio in pasta di agnello o di capretto. La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di una lenticchia, quindi la pasta viene estratta e posta nelle “fascedde”, giunchi, per una pressatura a mano. Alla pasta è possibile aggiungere pepe nero in grani o peperoncino. Le forme vengono poi scottate nella scotta bollente per circa 4 ore. In seguito, trovano posto su tavoli per spurgare fino al giorno dopo, quando si effettua la salatura a secco e il lavaggio delle forme con salamoia.
La Tuma fresca si consuma subito, senza alcuna salatura. La Tuma “primosale” dopo 8 giorni. La Tuma “secondo sale” dopo 2 -4 mesi. Per lo stagionato servono 4 mesi.
La crosta è dura, di colore variabile in funzione della stagionatura, bianco o paglierino o marrone. La pasta è dura, umida o untuosa, a seconda della tipologia, di colore che varia dal bianco al paglierino.
Formaggio grasso, fresco, di breve, media o lunga stagionatura, a pasta dura.
Bassa, medio bassa, media o medio elevata, in funzione della stagionatura. Piccante in presenza di pepe o peperoncino, ma anche se la pasta supera i 7-8 mesi di stagionatura.
Predilige vini rossi di corpo.
Ancora oggi vengono impiegati attrezzi tradizionali, fedeli alla tecnica casearia rimasta invariata nel tempo.