L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, fresco, di breve o media stagionatura, a pasta semidura.
Formaggio regionale della Campania prodotto con latte di vacca. Si consuma fresco o a media stagionatura. Ha aromi importanti.
Campania, in particolare Valle del Volturno, Penisola Sorrentina, Vallo di Diano, Irpinia, Sannio, Matese.
Forma sferica irregolare, del peso variabile da 400 a 500 gr.
E’ un formaggio antico quanto la Mozzarella, poiché i metodi di produzione sono simili. Provola deriva da “provare”, ovvero effettuare quell'azione che determina il momento giusto per la filatura. Per la capacità di mantenersi più a lungo della Mozzarella, la Provola era utilizzata negli storici presepi napoletani del Settecento.
Pasta semidura
Il latte viene inoculato con siero innesto della lavorazione precedente, portato alla temperatura di 36-38° e addizionato con caglio di vitello. La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di un pisello. Si provvede poi a estrarre parte del siero dalla caldaia e a lasciare la pasta ad acidificare. Trovato il punto di filatura, la pasta viene filata e formata. La salatura è in salamoia. Si conclude con l'affumicatura.
Si consuma fresco, dopo 2 o tre giorni. Al massimo dopo 5 mesi.
La crosta è sottile, liscia e, per effetto dell'affumicatura, di colore rossastro o marrone. La pasta è morbida, elastica, di colore avorio o paglierino chiaro. L'occhiatura è assente.
Formaggio grasso, fresco, di breve o media stagionatura, a pasta semidura.
Medio bassa o medio elevata.
Si degusta in purezza o con pane casereccio. Impiegato anche per farcire paste o pizze. Predilige un vino rosso corposo.
L'affumicatura veniva effettuata per conservare il formaggio. Oggi ha un valore strettamente sensoriale.