Nuova etichettatura per DOP, IGP e STG. Un pasticcio!
Con una circolare inviata il 19 marzo a tutte le strutture di controllo relative a Dop, Igp e Stg, il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) ha comunicato che l’indicazione consentita in etichetta sarà la seguente: “DOP (o IGP) controllata da … nome/acronimo e/o logo dell’Organismo di controllo autorizzato (ovvero dell’autorità pubblica designata) dal MiPAAF”.
La nuova dicitura potrà comparire una sola volta e le sue dimensioni dovranno essere inferiori a quelle della denominazione. Quanto all’entrata in vigore, il ministero ha fatto sapere che “Lo smaltimento dei materiali grafici riportanti le diciture superate e già realizzati alla data odierna (il 19 marzo), ed ordinati per la stampa antecedentemente alla presente, potrà avvenire fino a esaurimento delle scorte, fatto salvo l’obbligo di codeste strutture di verificare le giacenze dei singoli operatori”.
Una decisione che ha scatenato proteste a non finire. Che bisogno c’era di cambiare le etichette?
Aziende e Consorzi di tutela sono sul piede di guerra. Molte le perplessità, a cominciare dai costi e dall’utilità di questo cambiamento. Infatti, ogni azienda che realizza prodotti Dop e Igp sarà tenuta, secondo la circolare del ministero, a modificare il pack di tutte le confezioni una volta esaurite le scorte in magazzino. Questo comporta la modifica degli impianti di stampa delle confezioni per ogni formato e pezzatura dei prodotti Dop e Igp venduti. Un costo importante.
Inoltre, la modifica introduce il nome dell’organismo di controllo accreditato per il singolo prodotto Dop e Igp. Organismo che, però, può anche cambiare, come è accaduto in passato. Il nuovo regolamento esporrebbe quindi le aziende alla possibilità di dover realizzare altri nuovi impianti se intervenisse questo tipo di cambiamento. Con relativa aggiunta di costi.
Per non parlare del consumatore. Queste modifiche a lui non cambiano nulla. E allora perché farle?