L'ambasciatore del formaggio italiano nel mondo
Formaggio grasso, di media o lunga stagionatura, a pasta semidura o dura, in funzione della stagionatura.
È il formaggio principe degli alpeggi per i luoghi dove viene lavorato e per l'antica tecnologia. Sulle montagne della Valtellina, in provincia di Sondrio, le vacche, accompagnate da poche capre, si spostano sugli alti pascoli. Il latte misto che ne scaturisce viene sapientemente lavorato, tanto da permettere al formaggio di essere consumato fino a 10 anni.
Lombardia. L'intero territorio della provincia di Sondrio; gli alpeggi dei territori limitrofi dei seguenti comuni dell'Alta Valle Brembana, in provincia di Bergamo: Averara, Carona, Cusio, Foppolo, Mezzoldo, Piazzatorre, Santa Brigida, Valleve; gli alpeggi denominati Varrone, Artino e Lareggio dei territori limitrofi dei comuni di Introbio e Premana, in provincia di Lecco.
Cilindrica, con diametro di 30-50 cm e scalzo concavo, alto 8-12 cm, peso di 8-25 kg.
Le origini derivano dalle popolazioni celtiche che si insediarono in Valtellina, territorio montuoso e abbondante di pascoli, dopo essere state costrette a fuggire dai Romani. Prende il nome dall’omonimo fiume che scende da Gerla verso la Valtellina. Il nome celtico significa “perenne”, perché la lavorazione del latte permetteva di ottenere un formaggio che durava nel tempo e quindi rappresentava un’ottima riserva alimentare. Il Bitto è lavorato sapientemente dai casari che tramandano la tradizione, ancora oggi, da padre in figlio. E’ un formaggio che mantiene la stessa tipologia di lavorazione di un tempo, utilizzando sia il latte di vacca, sia un’aggiunta minima di latte di capra.
Pasta dura, Pasta semidura
Il latte intero crudo di una mungitura viene inoculato con fermenti lattici autoctoni o con lattinnesto. La coagulazione, presamica, avviene con l'aggiunta di caglio di vitello. La cagliata subisce un taglio alle dimensioni di un chicco di riso e successivamente la massa viene cotta a 48-52°. Dopo una breve agitazione fuori fuoco e l’estrazione dalla caldaia, la pasta trova posto nelle fascere a scalzo concavo per una pressatura.
Inizia nelle casere d’alpe e continua nei magazzini di fondovalle per almeno 70 giorni. È un formaggio unico al mondo, poiché, se stagionato bene, può conservarsi per oltre dieci anni.
Quello di pochi mesi ha crosta morbida, quello stagionato ha crosta dura. Il colore è paglierino, tende al marrone con la stagionatura. La pasta è untuosa, elastica nella media stagionatura e dura nella lunga. Il colore è paglierino o paglierino carico, con occhiature rade, della dimensione di occhio di pernice.
Formaggio grasso, di media o lunga stagionatura, a pasta semidura o dura, in funzione della stagionatura.
Medio elevata ed elevata intensità aromatica, a seconda della stagionatura.
E’ consigliabile degustarlo in purezza, ma anche con miele di corbezzolo e con polenta di castagne. Predilige vini rossi corposi, annate Riserva. Per la sua eccellenza, lo si può definire il “re degli alpeggi”.
Viene prodotto nelle malghe o nei “calècc”, ricoveri di pietra a forma di ferro di cavallo coperti con teli, dentro i quali il casaro fa il formaggio su fuoco a legna.
Mescolare le farine impastandole con 2 uova intere e due tuorli, olio d'oliva e sale. Tirare la sfoglia...
Preparare l'impasto con le farine, l'acquavite e un quarto di litro di acqua tiepida. Aggiustare di sale...
Mescolare le farine con l'acqua tiepida e lavorarle per circa venti minuti. Dare all'impasto la forma...
In una terrina mescolare con la frusta farina, uova, birra e latte sino a formare un composto omogeneo....
Per la pasta: unire gli ingredienti e impastarli, coprire il tutto e lasciar riposare per 2 ore al fresco....
[…] 2) Bitto Dop […]
Se la produzione è da giugno a settembre vuol dire che nei restanti mesi le mucche e le capre riposano? Se si forse anche questa è una componente x renderlo così unico